(Messina, 20 settembre 1913 - Roma, 8 novembre 2010).
Laureatosi in medicina e chirurgia, fu inviato dall'Istituto italiano del cancro (presso l'ospedale regina Elena di Roma) all'Institut du cancer di Parigi nel 1939; fece da collegamento tra la centrale francese del PCI e l'interno, anche grazie al fratello maggiore Glauco Natoli, che in quello stesso periodo era incaricato di letteratura italiana presso l'Università di Strasburgo.
Al rientro in Italia fu arrestato per attività clandestina insieme ad un gruppo di militanti di Avezzano e condannato a cinque anni di carcere dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato.
Dopo tre anni di reclusione a Civitavecchia, nel dicembre del 1942 fu scarcerato grazie ad un provvedimento di amnistia e indulto. Subito dopo entrò a far parte dell'organizzazione militare del CLN, fondando con Pietro Alicata la redazione clandestina dell'Unità. Dopo la guerra fu segretario del PCI a Roma e nel Lazio.
Sin dalla prima legislatura fu deputato alla Camera eletto nel Lazio e riconfermato per altre quattro legislature consecutive. Consigliere comunale di Roma dal 1952 al 1966 fu a lungo capogruppo del PCI in Campidoglio. In tale veste condusse una battaglia durissima contro la politica urbanistica delle amministrazioni comunali a guida democristiana.
Membro del Comitato Centrale del PCI fino al XII Congresso. Nell'ottobre del 1969, in dissenso con la direzione del PCI sulla condanna dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, fu radiato dal partito con Rossana Rossanda, Luigi Pintor e tutto il gruppo della rivista "Il Manifesto" di cui fu cofondatore.
Studioso del movimento socialista nazionale e internazionale ha scritto per Vallecchi nel 1979 "Sulle origini dello stalinismo". Per gli Editori Riuniti ha curato, con Enrica Collotti Pischel ed Emilia Giancotti, "Mao zedong dalla politica alla storia". Sempre riguardo alla rivoluzione cinese ha scritto insieme a Lisa Foa "La linea di Mao" (De Donato, Bari, 1971) e anche la prefazione a "Note su Stalin e Mao" (Laterza, Bari, 1975).
Considerato uno dei massimi conoscitori italiani dell’opera di Gramsci ha pubblicato, sempre per Editori Riuniti, il volume "Antigone e il prigioniero", sulla base della corrispondenza indirizzata dalla cognata Tatiana Schucht al dirigente comunista costretto in carcere.
Nel 1994, sempre per Einaudi, insieme a Vittorio Foa e Carlo Ginzburg, ha scritto "Il Registro. Carcere politico di Civitavecchia".
La lunga frequentazione dell'Università di Urbino lo ha visto collaboratore di prestigiosi convegni su Marx (1983), su Mao (1986) e su Stalin (1989). Intellettuale e saggista dai molteplici interessi ha scritto inoltre per diversi giornali.
Aldo Natoli muore a Roma l'otto novembre 2010.